Dicci se ti piace Boomerang!!!
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beh, dopo questo pippone, tutto
bene direte…
e invece no, perché vaff…., d’improvviso
quel figlio di buona donna di Garth Hudson, fin lì strepitoso all’organo, imbraccia
il sax tenore e tira fuori una linea melodica che manco Fausto Papetti in una
giornata di particolare sverzura…e allora bona, amen, così doveva andare, ti
dici…
chè un disco del genere mica
poteva finire in gloria, dopo aver vivacchiato per 9 cover che i Nostri, i
quali avrebbero dovuto e voluto in teoria rinverdire i fasti degli esordi (quando
bazzicavano le peggiori sale da concerto canadesi accompagnando Ronnie Hawkins –un
mediocre ma pervicacissimo esemplare di musicista migratore, che soffrendo di
troppa concorrenza negli States decise di trasferirsi nella decisamente meno
battuta nazione a nord del confine-) affrontano invece con piglio da balera di
second’ordine…
epperò questa è una rubrica
dedicata ai vinili di cui ci vantiamo, non a quelli che consideriamo migliori
dal punto di vista musicale; le due categorie non si sovrappongono in toto,
perché qui entrano considerazioni sulla particolarità del disco, la
reperibilità, il fascino della copertina, il peso del vinile, la cifra pagata,
le evenienze che ci hanno portato a Lui...insomma, milioni di cose…
e questo è un oggetto, nella
versione USA che posseggo, particolarissimo per il poster di copertina
(disegnato da Edward Kasper, che tratteggia un pezzo di un isolato di Toronto
con al centro il Cabbagetown Cafè e nel quale compaiono in varie faccende
affaccendati i membri della Band –chi ciappina col jukebox, chi si passa una
bibita, chi sta appoggiato al muro del bar senza fare una cippa e chi siede sul
marciapiede leggendo una fantomatica rivista musicale -in uno stile da dipinto vérité
un po’ alla Hopper, anche lui Edward…-) che avvolge maternamente tutto il
disco, e particolarissimo perché è un brutto disco di una grande...Band, e
quindi meritevole di coccole anche più degli altri…